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MOSTRE LUNARI #1: “Eretici.Arte e Vita” al MART di Rovereto, fino al 19 febbraio

immagine di copertina: Sylvano Bussotti, bozzetti per La Passion selon Sade, 1968

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Excursus fotografico (e cenni e citazioni) dedicato ad una mostra “lunare”, anomala e spiazzante. “Eretici.Arte e vita” al MART di Rovereto, a cura di Denis Isaia (fino al 18 febbraio). Il percorso parte da noti autori ‘eretici’ come Pasolini, Carmelo Bene, Silvano Bussotti  e include figure artistiche sui generis come Mattia Moreni (che ritroviamo in vari punti della mostra) e Giannetto Fieschi, i “santini apocrifi” di Andrea Fogli, i Cristi sdoppiati di Cesare Lazzarini, e spazia documentando esperienze borderline come l’arte dei malati psichiatrici, gli intrecci tra arte e occultismo, la galassia creativa della controcultura  e del cyber-punk, la psichedelia e la pornografia, oltre quella di artiste (anche loro borderline) come Nan Goldin e Orlan,

Eretici. Arte e vita, a cura di D.Isaia, MART Rovereto, fino al 19 febbraio 2023. Catalogo edito da Silvana Editoriale con interventi, oltre che di D.I. e V.S, di F. Canessa, Simona Zecchi, Franco Ungaro, Stefano Sbarbaro, Guido Costa e altri.

In contemporanea si possono visitare l’ampia personale di Giuseppe Gallo e la grande mostra “Giotto e il Novecento” …. un terzetto di mostre certamente  da vedere.


 


La sala con la proiezione di Salò di Pasolini (1975) 
e un'opera di Mattia Moreni del 1979

L’eretico non è separato dalla realtà delle cose. Ce lo ricorda l’inizio della mostra affiancando la proiezione di “Salò” di Pasolini all’enorme ravvicinata “origine del mondo” courbettiana dipinta magistralmente nel 1976 da Mattia Moreni, due “scellerati” sbattuti in faccia ai gerarchi nazisti (in una piccola foto in sala) ripresi all’inaugurazione della “Mostra d’arte degenerata” del 1937. “Nel Salò di Pasolini  – come scrive Isaia – la merda è merda e rimane tale poiché, come racconta lo stesso regista nel 1975, scarto e rifiuto è ciò che propone la grande industria del cibo alla massa”.

Adolf Hitler 
visita la mostra 
Arte degenerata,
Monaco 1937
                      

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“l’eretico rifiuta l’astrazione del discorso, il bello per il bello, l’autoreferenzialità                            dell’onirismo o dell’eccentricità. L’eretico ha più intralci che fantasie” (D.Isaia)

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la sala con spezzoni video-blob di trasmissioni TV 
e una Maya desnuda di M.Moreni del 1991.

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“L’eresia e gli eretici ci affascinano perché vediamo in loro uno spiraglio di luce”  (D.I.) 

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Qui (e sotto) due particolari della sala di Sylvano Bussotti

“L’opera di Sylvano Bussotti, pur strettamente connessa con la produzione musicale, si nutre con decisione di stimoli provenienti dalle contemporanee sperimentazioni nel campo della poesia visiva e dell’azione performativa, di cui ci consegna una singolare e originalissima variazione. Diversamente dai cantori dei giochi linguistici e dai punzecchiatori dei concetti, Bussotti si dedica allegramente alla propria vertigine creativa senza preoccuparsi di essere inserito tra questi o tra quelli” (D.I.)

 

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“Nel teatro del non-rappresentabile, l’attore è infinito … La sua dinamica si estenua nel voler svanire. Non abitare in nessun luogo, costruire il deserto, fare il vuoto per disfarsi di se stessi” (Isaia su Carmelo Bene) …



Foto di Carmelo Bene nella stanza del "depensamento".

…. anche il vuoto può essere rovesciato e in qualche modo vinto. Ce lo ricorda al MART la stanza dedicata alla prassi del “depensamento” di Carmelo Bene, smantellamento non solo di parole e nozioni che si concatenano sul terreno logico-discorsivo quotidiano ma anche come possibilità della parola di sfuggire al logos, quindi (con le parole di Isaia) “come esperienza dell’oltre attorno a cui ruota ogni mistica … Non si tratta di mettere in scena, ma di levare di scena”.

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"Santini apocrifi"(2005/18) e Vierge au Silence IX (2012) di Andrea Fogli

….  (il levar di scena) è poi anche quella in mostra  della grande carta della  “Vierge au silence” e dei  “Santini apocrifi” di Andrea Fogli che sono, come ha scritto l’artista, “una quieta tempesta che dissolve l’Icona in paesaggio, un atto per rendere più chiara l’aria del Cielo, un silenzio salutare, un naufragio festoso, una scomparsa che crea” …

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Qui (e sotto) le opere di Francesco Nardi, Pietro Ghizzardi, Carlo Zinelli 
e Cesare Lazzarini e dei pazienti psichiatrici dell'Atelier di San Giacomo 
alla Tomba di Verona (dal 1957)

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“Depensamento”… Denudamento… “ Non essere dove si è, essere altrove, smarrirsi per non più ritrovarsi ” – scrive Isaia – sulle tracce di una eresia visionaria e meridiana che “si può trovare nei nostri sud interiori, in una follia, in un silenzio, in una sosta, in una preghiera di ringraziamento, nell’inettitudine dei vecchi e dei bambini ”.

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Questa nuova tappa di Eretici, a differenza della prima (con Klossowski &. C.) che aveva la struttura classica di mostra di pittura e fotografia, è una sorta di opera polifonica e totale in cui sono presenti, oltre ai media artistici tradizionali, teatro, musica, cinema, letteratura, illustrazione, dipinti e manufatti di pazienti psichiatrici e di outsiders, riviste underground e pornografiche, una parete con tv con spezzoni blob, una video installazione (di Rä di Martino, con testi di C.Bene) e sala finale alias discoteca con jukebox e libera selezione di canzoni controcorrente … Nonostante i temi toccati e la varietà dei materiali ‘perturbanti’, l’installazione della mostra ti invita a procedere in punta dei piedi, anche con calibrati passaggi di luce e, aldilà dell’anteporta e della sala d’uscita con jukebox (suggellate da due speculari folli autoritratti di Moreni), la sequenza degli ambienti sembra attivare un processo di introspezione, un percorso quasi liturgico. Ogni stanza instaura un dialogo tra due o più diversi elementi che si rimandano, così una stanza con l’altra, e sei invitato a “leggere” la mostra, nell’atto di vederla en passant, fatto questo di per sé eretico oggi.

alcuni scatti delle sale dedicate alla galassia creativa della controcultura
  e del cyber-punk, al Guido Costa Project e  ad artiste 
(anche loro borderline) come Nan Goldin e Orlan,

   

   

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Vista ed entrata nella sala finale della mostra, con opera di Moreni 
e jukebox con ampia variegata selezione di canzoni controcorrente.

     

 

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